Lì dove magia, tradizioni, suoni e idiomi si intersecano in un paesaggio unico ed affascinante, l’Irpinia incontra la comunità arbëreshë nel piccolo ed accogliente borgo di Greci che si staglia da oltre 800 metri sulla Valle del Cervaro.
Le origini greco-bizantine di Greci sono racchiuse tutte nel leggi di più
Lì dove magia, tradizioni, suoni e idiomi si intersecano in un paesaggio unico ed affascinante, l’Irpinia incontra la comunità arbëreshë nel piccolo ed accogliente borgo di Greci che si staglia da oltre 800 metri sulla Valle del Cervaro.
Le origini greco-bizantine di Greci sono racchiuse tutte nel suo toponimo ma è altrettanto evidente l’influenza albanese che individua il borgo irpino con il nome di Katundi e declina le sue contrade attraverso denominazioni prettamente arbëreshë come Pilli, Fisa, Mali, Bregu, Shelqi o Proigas.
Devastato più volte nel corso della sua storia millenaria Greci visse il suo periodo di contaminazione con la comunità albanese tra il 1461 e il 1464 quando il generale Skanderbeg, eroe nazionale celebrato con una statua nella principale piazza di Tirana, giunse in Italia per appoggiare Ferdinando d'Aragona nella battaglia di Orsara contro Giovanni d'Angiò e proprio in questo lembo di terra irpina fece sostare una guarnigione di soldati per difenderlo dalle incursioni francesi.
È in questo breve lasso di tempo che Greci cambia fisionomia, non solo dal punto di vista urbano, facendo spazio alle tipiche abitazioni albanesi, le kalive, erette con pietra locale e assi di legno, ma anche da quello più prettamente religioso, con l’introduzione del rito greco-ortodosso che pur venendo soppresso nel 1690 dal Cardinale Orsini, ha ancora una consistente eco nella cultura e nella comunità grecese.
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