Da antichi libri contabili si legge che già nel 1590 la Risciola veniva depositata in magazzini pubblici di Napoli affinché venisse distribuita ai poveri in caso di carestia.
Nel testo “Economia rustica per il regno di Napoli del 1835”, l’illustre professore Luigi Granata afferma che la Risciola è u leggi di più
Da antichi libri contabili si legge che già nel 1590 la Risciola veniva depositata in magazzini pubblici di Napoli affinché venisse distribuita ai poveri in caso di carestia.
Nel testo “Economia rustica per il regno di Napoli del 1835”, l’illustre professore Luigi Granata afferma che la Risciola è un grano piccolo, biondo rosiccio per far farine eccellenti per pane, coltivato in terreni leggeri, montuosi e freddi.
Una diffusa credenza vuole che nel giugno del 1889, per onorare la Regina d’Italia Margherita di Savoia, il cuoco Raffaele Esposito, della pizzeria Brandi, creò la pizza margherita utilizzando la farina di grano Risciola.
Nel decreto del Ministero dell’Agricoltura degli inizi del 1890, per l’expo di Parigi, la Risciola è presente nell’elenco dei cereali più buoni d’Italia.
Coltivata sulle colline d’Irpinia fino agli anni ’60, viene sostituita da grani modificati con incroci genetici di nuovo genere, con caratteristiche più adatte alla moderna industria molitoria: con maggior contenuto di glutine e maggiori produzione in campo.
Il grano risciola è ancora oggi, dal 1890, uno dei prodotti agroalimentari tradizionali della campania. Per maggiori informazioni visita il sito del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. leggi di meno