Un numero: 1801. Quello degli scatti fotografici. Un nome: Frank Cancian. L’antropologo statunitense che condensò in un libro “Lacedonia, un paese italiano” la sua esperienza in questo brano d’Irpinia. Il tutto condensato e conservato nel MAVI, il "Museo Antropologico Visivo Irpino”.
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Un numero: 1801. Quello degli scatti fotografici. Un nome: Frank Cancian. L’antropologo statunitense che condensò in un libro “Lacedonia, un paese italiano” la sua esperienza in questo brano d’Irpinia. Il tutto condensato e conservato nel MAVI, il "Museo Antropologico Visivo Irpino”.
Il percorso allestito all’interno di uno storico edificio dell'Ottocento, sede in passato del carcere circondariale poi ristrutturato e adibito a spazio mussale, ospita la collezione di foto scattate a Lacedonia nel 1957 da Cancian e che rappresentano uno straordinario patrimonio immateriale per la comunità lacedonese ed irpina. Si tratta di 1801 scatti che tra gennaio e luglio del ’57 hanno catturato lo spirito del tempo e di quel piccolo mondo antico, fatto di quotidianità, religiosità e tradizioni contadine.
Tra gli spazi culturali più importanti di tutta l’Irpina, il MAVI, ogni anno, organizza eventi e mette in piedi progetti, spesso legati al mondo della fotografia ma anche delle Scienze sociali, che richiamano a Lacedonia curiosi e studiosi dall’Italia e dall’estero.
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